La Corte suprema brasiliana ha confermato l’annullamento delle condanne per corruzione dell’ex presidente Lula

(Alexandre Schneider/Getty Images)
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Giovedì 15 aprile la Corte suprema brasiliana ha confermato l’annullamento delle condanne per corruzione dell’ex presidente Lula, che potrà quindi candidarsi alle elezioni presidenziali del 2022. Con 8 voti a favore e 3 contrari, la Corte Suprema ha quindi confermato la decisione monocratica che l’8 marzo aveva preso il giudice della Corte, Edson Fachin. La decisione di Fachin era stata contestata dal procuratore generale Augusto Aras, che aveva presentato ricorso chiedendo un voto di tutti i giudici della Corte Suprema.

Fachin aveva cancellato le condanne stabilite dal tribunale federale della città di Curitiba, sostenendo che non avesse la giurisdizione su quei casi e che i processi per quelle accuse dovevano essere ripetuti nel tribunale della capitale Brasilia.

Lula ha 75 anni ed è stato presidente del Brasile dal 2003 al 2011. È stato leader per molti anni del Partito dei Lavoratori, il principale partito di sinistra brasiliano. Era stato condannato per aver ricevuto un appartamento come tangente in circostanze legate allo scandalo che negli ultimi anni ha coinvolto Petrobras, la grande azienda petrolifera pubblica del Brasile. Secondo il giudice Fachin, però, le accuse contro Lula non erano strettamente legate allo scandalo e per questo Lula non avrebbe dovuto essere processato a Curitiba, dove era cominciata l’indagine su Petrobras.

Lula era entrato in carcere nel 2018 e, nonostante fosse stato liberato l’anno successivo in attesa che terminassero i ricorsi giudiziari, aveva perso i suoi diritti politici, tra cui la possibilità di candidarsi nuovamente per le elezioni presidenziali.