I servizi segreti russi dicono che Darya Dugina sarebbe stata uccisa da una donna pagata dall’intelligence ucraina

Il luogo dell'attentato a Darya Dugina (Investigative Committee of Russia via AP)
Il luogo dell'attentato a Darya Dugina (Investigative Committee of Russia via AP)

Lunedì l’FSB, l’agenzia federale dei servizi segreti russi, ha incolpato l’intelligence ucraina dell’uccisione della giornalista russa Darya Dugina, figlia di Alexander Dugin, politico e filosofo dell’estrema destra russa. Dugina era stata uccisa sabato sera in un attentato di cui non si conoscono i responsabili né le motivazioni. Secondo l’FBS, l’omicidio sarebbe stato organizzato e compiuto da non meglio identificate «agenzie dell’intelligence ucraine»: al momento non esistono conferme indipendenti né ci sono prove che dimostrino quest’accusa, che per quanto se ne sa potrebbe essere una delle molte operazioni di propaganda e disinformazione da parte del governo russo.

Secondo l’FSB, Dugina sarebbe stata uccisa da una donna ucraina pagata da agenzie dell’intelligence ucraina per compiere l’attentato. Secondo questa ricostruzione, la donna sarebbe entrata in Russia lo scorso 23 luglio e avrebbe affittato un appartamento a Mosca, nello stesso edificio in cui viveva Dugina, per sorvegliarla e osservarne le abitudini e gli spostamenti quotidiani. La donna avrebbe poi partecipato allo stesso festival culturale della destra nazionalista russa in cui si trovavano Dugina e suo padre la sera dell’attentato, dopo il quale avrebbe lasciato la Russia per andare in Estonia.

Per ora non ci sono stati commenti da parte del governo estone, paese da sempre molto critico nei confronti di quello russo. E nel frattempo, sempre lunedì, il parlamentare russo Vladimir Dzhabarov ha minacciato ritorsioni contro l’Estonia nel caso in cui il paese non consegni la donna al governo russo.

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