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  • Venerdì 10 giugno 2022

I tre prigionieri condannati a morte da un tribunale filorusso

Due cittadini britannici e un marocchino combattevano per l'esercito dell'Ucraina, ma sono stati accusati di essere mercenari

Le tre persone condannate a morte, durante il processo nel tribunale filorusso della repubblica autoproclamata di Donetsk (YouTube)
Le tre persone condannate a morte, durante il processo nel tribunale filorusso della repubblica autoproclamata di Donetsk (YouTube)
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Giovedì un tribunale nella repubblica autoproclamata di Donetsk, di fatto controllato dalle forze russe, ha condannato a morte tre persone – due cittadini britannici, Aiden Aslin e Shaun Pinner, e un cittadino marocchino, Brahim Saaudun – che combattevano contro la Russia assieme all’esercito ucraino. Aslin e Pinner erano stati catturati lo scorso aprile a Mariupol durante la battaglia per il controllo della città, Saaudun invece era stato arrestato lo scorso marzo nell’est dell’Ucraina.

Sono stati accusati, e per questo condannati, di essere mercenari e colpevoli di vari reati, tra cui quello di terrorismo. La loro condanna – emessa da un tribunale non riconosciuto a livello internazionale, in un territorio occupato la cui legittimità è riconosciuta solo dalla Russia – ha creato ampie reazioni a livello internazionale: Liz Truss, la ministra degli Esteri britannica, l’ha definito un «processo farsa senza nessuna legittimità».

Buona parte della questione riguarda lo status dei prigionieri. Secondo il governo britannico – e secondo varie ricostruzioni fatte in queste settimane – Aslin e Pinner sono soldati regolari dell’esercito ucraino, presenti nel paese già da vari anni, e per questo protetti dalla Convenzione di Ginevra, che impedisce agli stati belligeranti di perseguire i prigionieri di guerra per la partecipazione al conflitto.

Il processo che riguarda i tre prigionieri è durato giorni ed è stato concepito probabilmente come risposta ai processi per crimini di guerra contro i soldati russi che si stanno svolgendo in Ucraina. Aslin e Pinner, soprattutto, nelle settimane prima del processo erano stati oggetto di varie operazioni di propaganda, e per esempio erano stati costretti a filmare video in cui chiedevano al primo ministro britannico Boris Johnson di essere scambiati per l’oligarca filorusso Viktor Medvedchuk, catturato dagli ucraini.

Non è dunque da escludere che la condanna sia un modo per fare pressioni sul Regno Unito e cercare di ottenere concessioni di qualche tipo.

Nel frattempo Aslin, Pinner e Saaudun hanno un mese di tempo per fare appello contro la sentenza: se verrà accolto, anziché venire condannati a morte potrebbero essere condannati all’ergastolo o a 25 anni di carcere.

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