Il dibattito tra i candidati cancellieri in Germania è stato un tutti-contro-Alice Weidel

Il suo partito di estrema destra AfD è secondo nei sondaggi, ma nessuno degli altri è disposto ad allearcisi dopo il voto del 23 febbraio

Da sinistra: Olaf Scholz (SPD), Robert Habeck (Verdi), Friedrich Merz (CDU) e Alice Weidel (AfD) al dibattito per le elezioni tedesche del 23 febbraio 2025 (Kay Nietfeld-Pool/Getty Images)
Da sinistra: Olaf Scholz (SPD), Robert Habeck (Verdi), Friedrich Merz (CDU) e Alice Weidel (AfD) al dibattito per le elezioni tedesche del 23 febbraio 2025 (Kay Nietfeld-Pool/Getty Images)

Domenica 16 febbraio in Germania si è svolto il “Quadrell”, il primo dibattito televisivo tra i quattro principali candidati cancellieri in vista delle elezioni di domenica prossima. Erano presenti il cancelliere uscente Olaf Scholz del Partito Socialdemocratico (SPD, di centrosinistra), il leader della CDU Friedrich Merz (di centrodestra e molto avanti nei sondaggi), il leader dei Verdi Robert Habeck e Alice Weidel, la leader di Alternative für Deutschland, di estrema destra. Le elezioni sono in programma il 23 febbraio.

La discussione è durata circa due ore ed è stata parecchio caotica per gli standard della politica tedesca. I candidati si sono attaccati a vicenda, ma le critiche più aggressive sono state rivolte a Weidel. Non è un caso: AfD è al secondo posto nei sondaggi con circa il 20 per cento dei consensi, ma nessun’altra forza politica si dice disposta a collaborare con il partito a causa delle sue posizioni xenofobe ed estremiste. In questo contesto, Weidel ha ripetuto le parole del vicepresidente statunitense J.D. Vance, dicendo agli avversari presenti:

«Non potete costruire un cordone per escludere milioni di elettori».

È un riferimento al “cordone sanitario”, ossia la prassi secondo cui le forze politiche di estrema destra dovrebbero essere escluse da ruoli e responsabilità di governo per tutelare i princìpi democratici. Venerdì Vance aveva incontrato Weidel, e aveva detto che «non c’è spazio» per questo tipo di logiche. Durante il dibattito Habeck, dei Verdi, ha criticato l’incontro tra i due, dicendo: «Non obbediamo alle raccomandazioni elettorali di vicepresidenti discutibili».

È un tema di cui si è discusso molto in Germania nelle ultime settimane, principalmente a causa dell’ottimo posizionamento di AfD nei sondaggi che renderà complicato formare coalizioni solide dopo il voto. Tutti i partiti continuano a ribadire di non volersi alleare con AfD, compresa la CDU: durante il dibattito Merz ha detto che intende fare «tutto quello che posso per evitare che [AfD] metta le mani» su qualsiasi tipo di incarico governativo.

Friedrich Merz (CDU) e Alice Weidel (AfD) si stringono la mano durante il dibattito del 16 febbraio

Friedrich Merz (CDU) e Alice Weidel (AfD) si stringono la mano durante il dibattito del 16 febbraio (Kay Nietfeld-Pool/Getty Images)

Solo poche settimane fa però la CDU e AfD avevano votato insieme per la prima volta al parlamento federale, su una proposta di legge molto restrittiva sull’immigrazione (che poi non è stata approvata). La notizia aveva fatto scalpore, causando polemiche e preoccupazioni nel mezzo della campagna elettorale. Era intervenuta anche Angela Merkel, ex cancelliera e storica leader della CDU, per criticare Merz e la sua apertura a un qualche tipo di collaborazione con l’estrema destra.

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Oltre agli attacchi ad AfD, che comunque hanno occupato una parte rilevante della conversazione, durante il dibattito si è parlato di altri argomenti ricorrenti in qualsiasi campagna elettorale degli ultimi anni: i flussi migratori e l’economia. Tutti i candidati si sono detti favorevoli a introdurre leggi restrittive sull’immigrazione, seppure con diverse sfumature: CDU e AfD hanno un approccio molto critico, ma ultimamente anche l’SPD ha inasprito la sua retorica sul tema, dopo varie azioni violente compiute in Germania da persone con origini straniere.

I candidati hanno parlato anche della guerra in Ucraina. Weidel ha detto che Trump è «l’uomo giusto» per risolvere la situazione, mentre la Germania dovrebbe essere un «mediatore neutrale». Merz ha sostenuto la posizione contraria, dicendo: «Non siamo neutrali, non siamo nel mezzo. Siamo dalla parte dell’Ucraina».

Si è invece discusso molto poco di istruzione, energia e clima.